Biografia Vicentini Luigi

Luigi Vicentini
Luigi Vicentini

Nacque a Pomarolo (TN) nel 1901 e già da giovanissimo la sua propensione all’arte si manifestò attraverso il disegno.
Il suo maestro Baghella lo incoraggiò ad approfondire quell’inclinazione artistica tanto che verso i diciott’anni se andò a Milano dove si iscrisse alla Scuola d’Arte Applicata del Castello Sforzesco, seguendo i corsi del prof. Albertini.
In seguito si trasferì a Brera, dove conobbe il Palanti, Grandi ed il Comolli. Dopo cinque anni di studi fu chiamato a Legnano per collaborare con il prof. Turri alle Decorazioni del Duomo. Verso il 1927 tornò a Milano chiamato dal prof. Marchioro per collaborare alla realizzazione delle scenografie per il Teatro della Scala.
Nel 1928 si trasferì sulla riviera ligure, alle Cinque Terre, e fu proprio laggiù, verso Portofino, che videro luce le sue prime opere di arte non decorativa, ma di artista paesaggista en plein air. Dopo un anno di Liguria se ne tornò a Milano che usò come base per frequenti puntate in Brianza dove si scoprì entusiasta nel dipingere quelle montagne che gli ricordavano tanto la Vallagarina.
Dopo un breve passaggio a Venezia, nel 1929, decise di rientrare definitivamente in Trentino. Già nello stesso anno espose a Bolzano nel Salone della Scuola Elementare “Regina Elena” con una mostra personale, ma il suo “lancio” definitivo fu con la VII Esposizione d’Arte Roveretana del 1930 che Diego Costa in un suo appunto aveva definito “la mostra che aveva lanciato Vicentini”. Con gli anni Trenta avviò un sodalizio d’arte che lo vedeva pittore en plein air, quasi sempre in uscita assieme agli amici Elio Martinelli, Diego Costa, Giuseppe Balata e Mario Barozzi. Nel 1934 vinse il prestigioso concorso Premio Nazionale di pittura di montagna a Cortina D’Ampezzo. Nel 1937 si sposò con Francesca Wiesinger, sorella di Paula Wiesinger, grande sciatrice alpina italiana, medaglia d’oro nella discesa libera ai Mondiali di Cortina d’Ampezzo del 1932.
Nel 1939 abbandonò Rovereto iniziando un lungo pellegrinaggio che terminò solo nel 1947. In questo periodo espose a Vienna, Innsbruck, Monaco di Baviera, Wuppertal, Brema, Hannover e Amburgo. Durante la sua permanenza in Germania fu nominato socio della Camera di Cultura tedesca, la quale faceva capo al Ministero della Propaganda e accoglieva gli artisti tedeschi.
Nel 1950, su invito di un alto prelato romano e in occasione del Giubileo, andò a Roma dipingendone le bellezze. Grazie al ciclo di dipinti lì realizzati, venne insignito del merito di Accademico Associato dell’Accademia Tiberina di Roma e iscritto come Accademico di merito dell’Accademia dei Cinquecento di Roma.
Prediligendo i paesaggi montani e la Natura in tutte le sue manifestazioni, si ritrovò spesso a viaggiare sulle Dolomiti, con la tavolozza, tavolette e colori in saccoccia. In particolare prediligeva l’area ladina, che ritrasse in molteplici visioni. Lavorò ed espose con regolarità sino ai tardi anni Sessanta immortalando con entusiasmo ogni aspetto naturalistico del Trentino.
Morì a Nomi nel 1970.

Bibl.
Catalogo Ragionato di Luigi Vicentini. Volume primo, a cura di Warin Dusatti, 2016
Arte trentina del ‘900. 1900 – 1950, a cura di Maurizio Scudiero, 2000